Apophis 13 Aprile 2036: una potenziale minaccia per l'umanità

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view post Posted on 29/6/2010, 11:04
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Apophis passerà molto vicino alla Terra (circa 37 000 km) il 13 aprile 2029.

La deflessione della sua traiettoria per effetto della gravità terrestre, in quel momento, aumenterà enormemente l'incertezza sulla sua orbita, rendendo difficile predire una possibile futura collisione con la Terra.

La NASA stima l'energia potenziale di Apophis , nel caso di collisione con il nostro pianeta Terra, l'equivalente di 870 megatoni (circa 65 500 volte la bomba di Hiroshima).

La conoscenza traiettoria è stata sostanzialmente corretta dai dati Arecibo, ma Apophis è probabilmente troppo vicino al Sole per essere misurata con telescopi ottici fino al 2011, e troppo lontano per la misurazione radar utili fino al 2013.

Una probabilità stimata di impatto (meno di 1 su 45.000 utilizzando le normali modelli dinamici) è rimasto per 13 Aprile 2036.

Apophis appartiene a un gruppo denominato "asteroidi Aten", pianetini la cui orbita ha un semiasse maggiore inferiore a un'unità astronomica. Apophis, in particolare, ruota attorno al Sole con un periodo orbitale pari a circa 323 giorni, e la sua orbita lo porta ad attraversare per due volte quella della Terra a ogni rivoluzione.

In base alla luminosità osservata, si era inizialmente stimato che il suo diametro fosse all'incirca 415 metri; una stima più precisa, basata sulle osservazioni spettroscopiche effettuate nel 2005 alle Isole Hawaii presso l'Infrared Telescope Facility della NASA da Binzel, Rivkin, Bus e Tokunaga, ha indicato un diametro di circa 320 m e una massa di 4,6×1010 kg. Ulteriori stime hanno ridotto la stima del diametro a circa 270 metri

In base ai dati del febbraio 2005, si prevede che il 13 aprile 2029 l'asteroide passerà a circa 36.350 chilometri di distanza dalla superficie terrestre,

Si ritiene che il 13 aprile 2029 Apophis si troverà a una distanza così ravvicinata da raggiungere una magnitudine pari a 3,3, tanto da poter essere individuato a occhio nudo senza difficoltà. Questo incontro ravvicinato sarà visibile in una vasta zona che comprende Europa, Africa e Asia occidentale. Storicamente, non sono mai stati registrati altri incontri con oggetti di queste dimensioni e visibili a occhio nudo. Come conseguenza di questo passaggio ravvicinato, Apophis passerà dalla classe di asteroidi Aten a quella degli Apollo.

L'incontro del 2029 altererà sostanzialmente l'orbita dell'oggetto, rendendo incerte ulteriori previsioni in assenza di maggiori dati. A tal proposito, Jon Giorgini del Jet Propulsion Laboratory ha dichiarato: «Se otteniamo misure radar nel 2013 (la prossima occasione favorevole), dovremmo poter predire la posizione di 2004 MN4 almeno fino al 2070».

Apophis fu scoperto il 19 giugno 2004

dal Kitt Peak National Observatory, in Arizona, da Roy A. Tucker, David J. Tholen e Fabrizio Bernardi del progetto di ricerca asteroidi finanziato dalla NASA all'Università delle Hawaii. Questo gruppo osservò Apophis per due notti. Al nuovo oggetto, che naturalmente era ancora anonimo, venne assegnata la designazione provvisoria di 2004 MN4.

la possibilità di un impatto per il 13 aprile 2029 furono calcolate dal sistema automatico SENTRY del programma NASA per lo studio degli oggetti Near-Earth. NEODyS, un sistema automatico simile in uso all'Università di Pisa, in Italia, e all'Università di Valladolid, in Spagna, confermarono la possibilità di una collisione fornendo previsioni simili alle precedenti.

Nei giorni seguenti, ulteriori osservazioni permisero agli astronomi di restringere il cono di incertezza. Fu così che la probabilità di impatto salì fino a raggiungere un picco del 2,7% (1 su 37). Tenendo conto delle dimensioni dell'oggetto, ciò portava Apophis al livello quattro sui 10 previsti dalla Scala Torino e 1,10 sulla Scala Palermo, un'analoga scala più tecnica, usate dagli scienziati per classificare la pericolosità di un asteroide in rotta di collisione con la Terra. In entrambi i casi, questi sono i più alti valori mai raggiunti da qualunque oggetto che sia stato mai valutato su tali scale.

Il 27 dicembre sono state identificate alcune osservazioni pre-scoperta effettuate il 15 marzo 2004, il che ha consentito di calcolare un'orbita migliorata.

Il passaggio del 2029 sarà in effetti molto più ravvicinato di quello ipotizzato nelle prime previsioni (quasi alla stessa distanza di un satellite geostazionario), ma l'incertezza dei calcoli è così piccola che il rischio di impatto per quella data è stato escluso.

Il passaggio ravvicinato del 2036 presenta ancora un certo rischio.

Il 30 dicembre 2009 il capo dell'agenzia spaziale russa Anatoly Perminov dichiara l'intenzione di convocare al più presto un vertice internazionale per valutare il varo di una missione allo scopo di distruggere l'asteroide.

Secondo lui, nonostante la possibilità che il catastrofico evento accada sia bassa, gli effetti che essa avrebbe sarebbero talmente disastrosi da rendere necessario un intervento diretto per scongiurare anche quelle minime probabilità.


MOSCA - In un grigio palazzo della periferia di Mosca, qualcuno sta lavorando per salvare il mondo dalla fine imminente. Un gruppo di scienziati studia mappe astronomiche, pianifica missioni spaziali e di tanto in tanto si ripassa in dvd il kolossal hollywoodiano "Armageddon". Perché per salvare l'umanità dalla catastrofe sarà necessaria tanta tecnica, nuove tecnologie ma anche quello che qualcuno ha già definito "stile cinematografico".

L'obiettivo non è da poco: bisogna impedire che si schianti sulla terra il gigantesco asteroide Apophis. E il pericolo esiste davvero. Esperti di tutto il mondo hanno calcolato che Apophis potrebbe schiantarsi sulla Terra tra ventisei anni. Esattamente il 13 aprile 2036, domenica di Pasqua. L'impatto creerebbe un cratere largo quattro chilometri e profondo 500 metri, se cadesse in zone abitate i morti sarebbero milioni. L'annuncio della decisione russa di lavorare per la salvezza della Terra l'ha dato giovedì Anatolj Perminov, direttore della Roskosmos, l'ente spaziale russo. "Davanti a una minaccia così grande per l'intero pianeta - ha detto - dobbiamo pensare a una missione spaziale, non possiamo starcene con le mani in mano".

E per dare un senso universale al suo appello ha invitato la Nasa, l'ente europeo e l'emergente industria spaziale cinese a collaborare all'impresa. Perminov, esperto di propulsori per missili, dice di avere le idee chiare, anche se le tiene quasi tutte top secret. "Abbiamo il tempo - dice - per realizzare un velivolo spaziale che possa evitare l'impatto dell'asteroide con la Terra. Senza distruggerlo, né provocare esplosioni nucleari. Renderemo pubblico il programma solo quando sarà definito". Dunque, una missione con uomini a bordo forse scelti tra i cosmonauti che si addestrano nella città delle stelle a venti chilometri da Mosca e lanciati dalla base di Baikonour.



L'ente russo sa bene di aver recuperato in prestigio tra gli altri enti spaziali. Perminov ha visto il declino di finanziamenti della Nasa, ha accolto con soddisfazione la richiesta americana di utilizzare i vettori Soyuz per collocare in orbita i loro satelliti e si gode questo momento di ritrovata supremazia dopo i ripetuti smacchi dei decenni passati.

Ma qual è il progetto russo per evitare l'Armageddon del 2036? Tra le tante ipotesi fatte negli ultimi anni, forse la più credibile è quella del "trattore gravitazionale": un'astronave lanciata il più vicino possibile all'asteroide che aggancerebbe "il distruttore" solo con la propria forza di gravità. A questo punto, come in un film, gli astronauti trainerebbero l'asteroide killer lontano, per poi abbandonarlo al suo destino. Più complicata da immaginare l'idea delle vele solari da agganciare all'asteroide. Il vento solare farebbe il resto, portandosi via la minaccia. E non manca una proposta in apparenza fantasiosa che pare venga invece presa sul serio da Perminov e i suoi: cospargere la faccia esposta al sole dell'asteroide di vernice bianca. Sembra incredibile ma gli scienziati giurano che, se si trovasse la soluzione tecnica per questo lavoro da "imbianchini spaziali", i raggi solari verrebbero respinti dal corpo celeste con una forza tale da deviarne la traiettoria.


Ipotesi sulle quali Perminov non si esprime. Il tasto che gli preme battere è quello del pericolo imminente e della soluzione da trovare al più presto. Del resto proprio dai cugini della Nasa è partito l'anno scorso l'allarme più clamoroso. Russel Schweicart, astronauta dell'Apollo 9 - quella che provò nell'orbita terrestre le fasi di allunaggio che avrebbe poi compiuto l'Apollo 11 - ha chiesto addirittura all'Onu di intervenire per allontanare Apophis. Inoltre salvare il mondo potrebbe anche far riscuotere ricchi premi. Sia la Nasa che Roskosmos sanno bene che ogni asteroide nasconde giacimenti di inestimabile valore di minerali come nickel, cobalto, platino. Proprio gli americani stanno studiando missioni che, deviando vicino alla Terra asteroidi meno minacciosi di Apophis, potrebbero trasformarli in ricchissime miniere spaziali. Non è escluso che nel prossimo incontro, voluto da Perminov tra tutti i massimi enti spaziali del mondo, si discuta non solo di come salvare il pianeta ma di come ottenerne vantaggi economici.




 
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